Disturbi gastrointestinali e automedicazione - Ippocraterosa

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Disturbi gastrointestinali e automedicazione

 
I malesseri gastrointestinali, secondo un’indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) interessano la grande maggioranza degli italiani: quasi il 90 per cento ha avuto esperienza di almeno un disturbo a stomaco e intestino.
Bruciore di stomaco, dolore addominale, gonfiore e meteorismo, diarrea, difficoltà digestive e stitichezza sono quelli più ricorrenti.
A scatenarli abitudini alimentari scorrette e stress. L’85 per cento degli italiani, in particolare uomini e over 65, dichiara di soffrire di qualche disturbo intestinale quando mangia troppo o quando mangia male, di fretta, saltando i pasti o assumendo pochi vegetali. Preoccupazioni, momenti di difficoltà e, più in generale, la frenesia della vita di tutti i giorni generano malesseri a stomaco e intestino per il 78,3 per cento degli intervistati e per l’88,4 per cento delle donne.
A livello gastrointestinale esiste un secondo sistema nervoso denominato enterico, costituito da oltre 100 milioni di neuroni che regolano autonomamente alcune funzioni quali l’assorbimento, la digestione e la motilità dell’intestino – afferma Attilio Giacosa, Dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza e Docente dell’Università di Pavia – I due sistemi nervosi, quello centrale e quello periferico, comunicano attraverso una fitta rete di impulsi bilaterali trasmessi soprattutto attraverso il nervo vago. Il cervello cranico e quello enterico interagiscono condizionandosi a vicenda”.
A “telecomandare” la relazione intervengono molti meccanismi biologici e fra questi gioca un ruolo importante la serotonina, una molecola che fa da “neurotrasmettitore del benessere”. La serotonina, pur agendo a livello cerebrale, è prodotta per il 95 per cento nell’apparato gastrointestinale. Oltre a regolare il processo peristaltico necessario allo svuotamento dell’intestino, la serotonina determina anche i movimenti dell’attività digestiva.
Quando si mangia un cibo gustoso - continua Giacosa - l’intestino libera i suoi ricettori e aumenta la presenza di serotonina, rendendola disponibile a livello cerebrale e favorendo così anche la sensazione di piacere e benessere associata al consumo di quel particolare alimento. Secondo lo stesso meccanismo, in presenza di una infiammazione in sede intestinale, viene prodotto un eccesso di serotonina che, da un lato induce la comparsa di disturbi gastrointestinali, dall’altro attiva a livello cerebrale un enzima che demolisce la serotonina, influenzando negativamente il nostro umore”.

In caso di malesseri gastrointestinali il 45 per cento degli italiani ricorre ai farmaci di automedicazione, mentre il 27,5 per cento, soprattutto donne e giovani, utilizzano i classici rimedi della nonna come l’assunzione di tisane o brodo caldo. Per oltre la metà degli intervistati la principale arma contro i disturbi gastrointestinali è l’attenzione all’alimentazione.
Gli operatori sanitari rimangono un punto di riferimento importante per gli italiani: se il 38 per cento si cura da solo con farmaci da banco che conosce per esperienza, il 21,3 per cento chiede consiglio al farmacista, mentre il 35,3 per cento si rivolge al medico di famiglia. In oltre due casi su tre è proprio il medico a essere interpellato quando la sintomatologia persiste e si sospetta una componente psicosomatica.
Per prevenire al meglio la sintomatologia e mantenere in armonia stomaco e cervello, soprattutto in occasione delle feste, è importante mangiare in maniera più sana ed equilibrata, non esagerare con i peccati di gola e i condimenti, mangiare con calma, cercare di limitare fumo e alcolici.

Assosalute ha recentemente realizzato un poster con le 7 regole per l'automedicazione responsabile

Per maggiori informazioni e approfondimenti:
www.semplicementesalute.it

Francesca Rinaldi
Pubblicato il 26 novembre 2017
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