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Maculopatia: un esame può salvare la vista

In Italia si stima che le persone con degenerazione maculare legata all'età siano circa 1 milione, con 80mila nuovi casi all'anno. La malattia colpisce la terza età, a partire dai 65 anni, con una percentuale di casi crescente: oltre il 30 per cento dopo i 75 anni e tra il 40 e il 50 per cento dopo gli ottant'anni.
Le cause della maculopatia, che può portare anche alla cecità, non sono ancora completamente dimostrate, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio: l'età, il fumo, l'abuso di alcol, la vita sedentaria e l'obesità. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini (circa il 60 per cento dei pazienti sono di sesso femminile).
Una recente indagine demoscopica rivela che, nonostante la diffusione della malattia, solo il 10 per cento degli intervistati conosce la maculopatia e quali conseguenze comporti. Oggi la terapia disponibile è costituita dalle iniezioni intravitreali, che sono tuttavia efficaci solo nella degenerazione senile di tipo neovascolare, la cosiddetta "maculopatia umida".  I tempi, nella diagnosi e nella terapia, sono fondamentali per fermarne l'evoluzione; per questo motivo è molto importante fare presto. Esiste un esame, molto accurato e non invasivo, che consente di individuare in modo preciso e in pochissimi minuti la maculopatia nella sua fase iniziale e di attuare al più presto la terapia indicata.
"E' indispensabile" sottolinea Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico di Milano "un'informazione capillare sui rischi della maculopatia, che può comportare grave disabilità e depressione nelle persone colpite".

Mara Sala
Pubblicato il 30 novembre 2017

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