Parto prematuro, preparare le famiglie - Ippocraterosa

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Parto prematuro, preparare le famiglie

In ospedale un team di 5 esperti composto da ginecologo, neonatologo, ostetrica, infermiere pediatrico e psicologo deve essere a disposizione per supportare le famiglie nell’eventualità di parto prematuro. È questa la prima indicazione del Gruppo di Lavoro della SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale) che, con l’Associazione Vivere Onlus, è impegnato nella stesura delle Linee Guida per promuovere la corretta comunicazione tra medico e famiglia in questa particolare circostanza.
Il parto prematuro è un fenomeno che coinvolge in Italia il 6,7 per cento dei parti, quindi oltre 33 mila gravidanze ed è la principale causa di mortalità e morbilità neonatale. Per questo è essenziale la collaborazione tra queste figure e il riconoscimento del colloquio di counseling come parte integrante dalla cartella clinica.  Inoltre, il counseling può essere d’aiuto ai genitori in un secondo momento per chiedere eventuali chiarimenti e per essere seguiti nel piano assistenziale.
Secondo il Gruppo di Lavoro, la prematurità è un evento che deve essere considerato al pari di patologie importanti come quelle oncologiche che necessitano di attenzione e tempo nel percorso diagnostico e terapeutico.
"Il coinvolgimento di Vivere Onlus nel progetto da parte della SIMP è di fondamentale importanza, perché rappresenta la voce dei pazienti e delle loro famiglie - ha dichiarato Martina Bruscagnin, Presidente dell’Associazione Vivere Onlus – Il nostro intervento consente ai diversi professionisti che si occupano del problema di avere un confronto diretto volto al miglioramento delle cure. L'esperienza del vissuto delle famiglie integra e implementa il lavoro che gli operatori stanno facendo per migliorare la comunicazione con i genitori nel supremo interesse dei pazienti."
Il team di esperti deve assistere in tre momenti: in ambulatorio (rivolto alle coppie a rischio di parto prematuro), in pronto soccorso (rivolto alle coppie con parto prematuro imminente) e durante il ricovero (donne ricoverate per minaccia di parto prematuro).
Mara Sala
Pubblicato il 29 gennaio 2018

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