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DERMATOLOGIA
ACNE: DISAGIO PER GIOVANI E ADULTI
Nove adolescenti su dieci (maggiore la percentuale nei ragazzi quando comincia a crescere la barba) scoprono con preoccupazione, guardandosi allo specchio, alcune lesioni della pelle (arrossamenti, punti bianchi e punti neri, papule e pustole, foruncoli) localizzate principalmente sul volto. Si tratta dell'acne giovanile. Se queste anomalie persistono nel tempo con riacutizzazioni periodiche, la diagnosi è acne volgare degli adulti, più difficile da curare.
Gli ormoni presenti in circolo, indipendentemente dalla loro qualità e quantità, causano  nel derma degli individui a rischio una maggior produzione di sebo con conseguente occlusione dei follicoli piliferi, dove un componente della flora microbica, il Propionibacterium acnes, innesca un processo d'infiammazione.
L'acne è una malattia di tipo infiammatorio delle ghiandole sebacee - conferma Aurora Parodi, direttore della Clinica dermatologica dell'Ospedale San Martino di Genova - e pertanto va curata per questo tipo di patologia, con farmaci adeguati, senza fare necessariamente ricorso agli antibiotici, che se contengono cortisone ne peggiorano le conseguenze”.
L'acne è vissuta, soprattutto nei giovani - prosegue Corinna Rigoni, presidente dell'Associazione italiana donne dermatologhe - con grande senso di disagio e di frustrazione, con tendenza all'isolamento, demotivazione generalizzata sia nello studio che nel lavoro, nei casi più gravi con astenia, ansia, depressione, anoressia e bulimia”.
Il paziente con acne, sia adolescente che adulto (ma ne soffrono anche i bambini) va selettivamente istruito sulle modalità igienico-cosmetiche da seguire quotidianamente, su alcune rinunce nell'alimentazione e sulla terapia da adottare  per un lungo periodo di tempo con l'assistenza di un dermatologo. Risulta, invece, che il 70 per cento di questi pazienti si cura per proprio conto o trovando informazioni non sempre valide sul web, con il rischio di esiti cicatriziali difficili poi da risolvere.
Per forme lievi di acne, le linee guida dell'American Accademy of Dermatology (negli Usa gli adolescenti colpiti sono 20 milioni, in Italia 4 milioni circa) raccomandano l'uso di un retinoide topico (derivato dalla vitamina A) con proprietà antinfiammatorie, mentre per le forme meno lievi è raccomandata l'associazione al retinoide di benzoile perossido (BPO), che è un antibatterico.
Per questo tipo di terapia - conclude il dermatologo Antonino Di Pietro – esiste già un farmaco che associa i due principi attivi, con risultati soddisfacenti dopo il primo mese di cura, ma si raccomanda, soprattutto ai giovani, di continuare le applicazioni per almeno tre/quattro mesi, controllando al tatto che le lesioni siano completamente scomparse”.

Giancarlo Sansoni
Pubblicato il 22 gennaio 2016

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