Adolescenti e protezione vaccinale

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Nel 2017, l’Italia ha introdotto la vaccinazione contro la meningite da meningococco B nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) per l’età pediatrica. Oggi la copertura nei bambini resta lontana dall’obiettivo ministeriale del 90 per cento,
fermandosi attorno all’80, con alcune regioni che rimangono attorno al 70 per cento.
Per gli adolescenti, invece, il PNPV 2023-25 si limita a indicare la vaccinazione solo per i ceppi di meningococco ACWY, molto meno frequenti, escludendo il sierotipo B, che è in realtà il più diffuso e pericoloso. La vaccinazione per la meningite B non è contemplata né per gli adolescenti mai vaccinati (naive), né per quelli già immunizzati da piccoli (non naive).
La meningite da meningococco è tra le infezioni batteriche più gravi, con una letalità che varia dal 10 al 20% – sottolinea Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT e membro del Consiglio Superiore di Sanità – Il sierotipo B è il più diffuso in Italia e il più grave; colpisce soprattutto bambini piccoli e adolescenti. Il rischio di contagio è elevato a causa dei numerosi soggetti asintomatici che possono trasmettere l’infezione”.

Meningite B: il richiamo
Dal 2018, il “Calendario per la vita” raccomanda la vaccinazione per la meningite B negli adolescenti naive; nel 2025 ha esteso l’indicazione anche a coloro che avevano già ricevuto il vaccino in età pediatrica. L’obiettivo è garantire continuità di protezione in una fascia d’età particolarmente esposta al rischio.
La vaccinazione nei primi mesi di vita, seppur efficace, perde protezione nel tempo, perciò il richiamo in adolescenza è fondamentale per garantire continuità di immunità” aggiunge il prof. Andreoni.

Le difformità regionali
A oggi, solo 14 regioni hanno scelto di offrire gratuitamente la vaccinazione agli adolescenti, ma con criteri differenti: alcune solo ai naive, altre anche ai non naive, distinguendo tra chi è stato vaccinato sotto i due anni e chi tra i 2 e i 10. Una
frammentazione che rischia di compromettere l’equità di accesso e di lasciare scoperti molti adolescenti. Da qui la necessità di uniformare l’offerta su scala nazionale.

HPV: un vaccino oncologico sottoutilizzato
L’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV) è la più diffusa tra le malattie sessualmente trasmesse: circa l’80 per cento della popolazione sessualmente attiva la
contrae almeno una volta nella vita. Il virus è responsabile del 9,4 per cento di tutti i tumori e del 100 per cento dei casi di carcinoma della cervice uterina, oltre a una quota significativa di tumori anali, vaginali, vulvari, del pene e orofaringei. Nonostante la disponibilità del vaccino nonavalente, gratuito in Italia per ragazze e ragazzi a
partire dagli 11 anni, le coperture restano insufficienti. Nel 2023, nelle ragazze dodicenni (coorte 2011) il ciclo completo si ferma al 45,39%, nei coetanei maschi al 39,35%. A 15 anni, età di riferimento per l’OMS, la copertura femminile è del 69,57%, lontana dall’obiettivo del 90 per cento fissato dall’OMS e dall’UE con lo Europe’s
Beating Cancer Plan per eliminare il cancro da HPV entro il 2030.
Il vaccino contro il Papilloma Virus è l’unico vaccino oncologico disponibile insieme a quello per l’Epatite B e ha un ruolo cruciale nella prevenzione di tumori femminili e maschili – evidenzia il Prof. Massimo Andreoni –
In alcune parti del mondo ha permesso di eliminare il cancro dell’utero, patologia molto frequente nella donna.
L’infezione da HPV è molto diffusa e può causare lesioni precancerose e tumori. Vaccinare i più giovani è essenziale, ma il vaccino è utile anche negli adulti, poiché protegge da un’infezione sessualmente trasmessa che è possibile contrarre durante l’intero arco della vita sessualmente attiva”.

Le differenze tra regioni e i bassi livelli di copertura rendono urgente un cambio di passo: dall’inserimento del richiamo per la meningite B nel PNPV enei LEA, alla realizzazione di un Piano straordinario di eliminazione dei tumori da HPV con campagne di recupero attivo dei non vaccinati ed estensione della gratuità alla fascia più adulta, fino all’uso di strumenti digitali e di prossimità per raggiungere famiglie e ragazzi.

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