Young woman in a coat and mask stands outdoors, promoting health and safety measures.

Parliamo di virus influenzali


Negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso influenza aviaria. In Cina è epidemia da metapneumovirus umano (Hmpv) e in Italia sta circolando un mix di virus respiratori tra cui adenovirus, virus respiratorio sinciziale e Covid, oltre al virus dell’influenza australiana
Al momento i virus influenzali stanno costringendo a letto oltre cinque milioni di persone di tutte le fasce di età, ma in particolare i bambini. La novità rispetto al 2024 è che quest’anno la circolazione è sostenuta da un mix di virus respiratori.
Il dato attuale di diffusione della malattia è inferiore alle previsioni di inizio stagione, anche perché non c’è stata quella prevalenza del virus che ci spaventava di più, cioè l’H3N2 di origine australiana. Per il momento, stiamo vedendo infatti un mix tra quel virus e l’A/H1N1, che ha effetti meno pesanti. L’epidemia influenzale in corso si sovrappone poi alla persistente presenza di altri virus che interessano le vie respiratorie come il virus respiratorio sinciziale, l’adenovirus e il Covid che, anche se meno cattivo, è ancora presente nel nostro Paese. Probabilmente a fine gennaio arriveremo al picco” – spiega il Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it.
In vista questa prevista recrudescenza influenzale si raccomanda riposo, idratazione e automedicazione responsabile, evitando soprattutto gli antibiotici fai da te. L’invito alla popolazione è poi quello di continuare a mettere in atto tutte quelle abitudini legate alla prevenzione che abbiamo imparato in emergenza durante la pandemia da SARS-CoV-2: l’uso di mascherine in ambienti chiusi, gel igienizzanti, distanziamento. “Questi comportamenti dovrebbero far parte ormai del nostro stile di vita quotidiano, non solo perché utili a preservarci dall’influenza ma anche perché potrebbero agire come efficaci barriere anche in caso di eventuali eventi pandemici futuri” – conferma il Prof. Pregliasco.
A tal proposito un esempio attuale è dato dal metapneumovirus umano (Hmpv), un virus trasmissibile per lo più tramite goccioline respiratorie ma anche attraverso il contatto con le superfici contaminate, che nelle ultime settimane nella Cina settentrionale ha fatto registrare un significativo aumento dei casi, in particolare negli under 14, sollevando il timore di un’epidemia simile al Covid. Sebbene il virus possa causare anche malattie più gravi, come bronchite e polmonite tra anziani, bambini molto piccoli e persone immunodepresse, le autorità sanitarie del Paese, per il momento, hanno comunque escluso che l’aumento di casi e l’impatto delle infezioni in Cina possano dare origine a una nuova pandemia, sebbene le infezioni non vadano comunque sottovalutate. Non si tratta infatti di un nuovo virus, ma di un virus già noto identificato per la prima volta nel 2001 nei Paesi Bassi, contro il quale esiste già un certo livello di immunità nella popolazione dovuto alle infezioni passate.
Un segnale d’allarme ci arriva poi dagli Stati Uniti, dove in questi giorni ha avuto luogo il primo decesso correlato al virus dell’influenza aviaria A (H5N1): un 65enne contagiato da un animale da cortile, molto probabilmente un volatile. “E’ importante mantenere alta la sorveglianza sugli allevamenti intensivi, senza creare allarmismo. Per il momento, non ci sono prove del fatto che il virus dell’influenza aviaria si trasmetta da persona a persona, ma c’è da dire che ogni nuovo caso di aviaria nell’uomo fornisce al virus nuove opportunità per evolvere e adattarsi a proliferare nel nostro organismo – conclude il Prof. Pregliasco
Per saperne di più
www.virusrespiratori.it

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