E’ stata presentata oggi a Roma la Carta dei Diritti del Caregiver, nata su impulso di 19 Associazioni con l’obiettivo di riconoscere e normare la figura del caregiver, spesso un familiare della persona malata.
I dati ISTAT ci dicono che in Italia circa l’8 per cento della popolazione è costituita da caregiver familiari; il 75 per cento di essi è donna tra i 45 e i 64 anni. Per poter assolvere ai compiti di cura, spesso i caregiver sono costretti a ridurre l’attività o ad abbandonare il lavoro. Il caregiver deve affrontare problemi che richiedono competenze diverse, anche mediche, con una disponibilità continua, inclusi orari notturni e festivi. Senza il loro contributo, il peso della cura ricadrebbe sulla collettività. Fondamentale ricordare che l’assistenza fornita coinvolge non solo la sfera economica, ma anche quella fisica e l’investimento di risorse, soprattutto emotive. Comune a tutti i caregiver è lo stress psicologico, il senso di incomprensione e l’isolamento.
Il caregiver svolge questo ruolo a titolo personale e non retribuito, ridimensionando la propria attività professionale, trascurando la propria salute, e ritrovandosi socialmente isolato. I caregiver non sono rappresentati ed esprimono preoccupazione per il futuro loro e dei loro familiari.
Cosa propone la carta dei diritti
1) Lavoro
-Una nuova regolamentazione rispetto alla Legge 104/92
-Riconoscimento del caregiver da parte dei datori di lavoro
-Supporto economico integrativo
-Attivazione dello smart working qualora la tipologia di lavoro sia compatibile
2) Ruolo sociale
-Mappare la presenza dei caregiver in Italia utilizzando dati da canali già esistenti quali Agenzia delle Entrate, dati ISTAT, Altroconsumo, per favorire un coinvolgimento più ampio.
-Promuovere studi mirati per valutare le ricadute della patologia del proprio assistito sul caregiver
3) Salute mentale
-Il caregiver ha bisogno di tempo il proprio benessere psicofisico
-Il supporto psicologico per il caregiver che assiste un familiare con una patologia cronica è fondamentale: dovrebbe però essere strutturato attraverso percorsi di assistenza psicologica.
-La condivisione delle esperienze con chi sta affrontando lo stesso tipo di situazione aiuta a ridurre il senso di solitudine
4) Competenze
-Supporto da parte degli operatori sanitari per informare e istruire i caregiver in merito a strumenti, tecnologie e servizi offerti dal SSN (per esempio esenzioni, ADI, screening) presenti sul territorio.
La presenza delle Istituzioni è stata confortante: dalla Ministra della disabilità in collegamento alla presenza di diversi parlamentari di tutti gli orientamenti, a significare l’importanza universale dell’accudimento familiare e dell’isolamento nel quale oggi vive il caregiver, oberato dalle incombenze di una malattia cronica o di una disabilità e con limitato accesso alle risorse necessarie per confrontarsi e superare le difficoltà.