neurons, brain cells, brain structure-7420662.jpg

Si stima che possano essere circa 300mila gli italiani con Parkinson, malattia correlata alla morte dei neuroni che rilasciano la dopamina, il neurotrasmettitore che controlla i movimenti. E’ probabile che nei prossimi anni questo numero sia destinato ad aumentare, visto che i nuovi casi sono circa 6mila ogni anno. L’esordio della malattia, avviene solitamente attorno ai 60 anni.

La causa della malattia di Parkinson non è chiara, ma l’ipotesi di un’origine multifattoriale, in cui interagiscono componenti ambientali e genetiche, sembra molto attendibile. Tra i fattori ambientali vi sono l’esposizione a tossine esogene come i pesticidi, i metalli, altri xenobiotici e i prodotti chimici industriali; anche le abitudini alimentari possono influire: cibi ricchi di grassi animali, saturi o insaturi, e di vitamina D incidono sullo sviluppo della malattia, mentre cibi come noci, legumi, patate e caffè sembrerebbero svolgere un ruolo protettivo.

Diagnosi

Non esistono, allo stato attuale, screening o esami specifici per la diagnosi precoce e la malattia viene diagnosticata con i primi sintomi, per esempio il tremore delle mani a riposo.
Un nuovo strumento che potrebbe essere in grado di migliorare la diagnosi è stato descritto dagli scienziati della University of New South Wales, a Sidney, che hanno presentato uno studio in collaborazione con la Boston University. Questo strumento, il Crank-Ms (Classification and Ranking Analysis using Neural network generates Knowledge from Mass Spectrometry), che utilizza l’intelligenza artificiale, sembra possa identificare alcuni segnali premonitori utili a migliorare il modo in cui si diagnostica la malattia.

Torna in alto