Covid-19: caratteristiche dei vaccini a mRNA

I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike, che agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, nelle quali si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocchi la proteina Spike e quindi impedisca l’infezione delle cellule. I due vaccini COVID-19 a mRNA approvati per la campagna vaccinale utilizzano molecole di RNA messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni affinché le cellule della persona vaccinata sintetizzino le proteine Spike. Nei vaccini le molecole di mRNA sono inserite in microscopiche vescicole lipidiche che permettono l’ingresso dell’mRNA nelle cellule. Una volta iniettato, l’mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike.

I vaccini COVID-19 a mRNA sono destinati a prevenire la malattia da coronavirus nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni (vaccino Pfizer) e pari o superiore a 18 anni (vaccino Moderna). Contengono una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente sul SARS-CoV-2, il virus responsabile della malattia. I vaccini non contengono il virus e non possono provocare la malattia.
Vengono somministrati in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra (vaccino Pfizer) e 28 giorni l’una dall’altra (vaccino Moderna) e contengono un RNA messaggero che induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2, stimolando la produzione di anticorpi neutralizzanti. Gli studi hanno dimostrato che due dosi del vaccino possono impedire al 95% circa degli adulti dai 16/18 anni in poi di sviluppare la malattia COVID-19, con risultati sostanzialmente omogenei per classi di età, genere ed etnie. L’efficacia del vaccino non è immediata ma è stata dimostrata dopo 7/14 giorni dalla seconda dose.

Le reazioni avverse osservate più frequentemente sono state in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Tra queste figuravano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. La durata della protezione dalla malattia non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

I vaccini Pfizer e Moderna sono molto simili nell’efficacia e nella sicurezza, come sintetizzato dalla tabella rilevata dal sito AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco

Fonte: AIFA

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