Covid-19: caratteristiche dei vaccini a vettore virale

I vaccini a vettore virale sono progettati per preparare il sistema immunitario a identificare e contrastare il coronavirus (SARS-CoV-2) responsabile della malattia COVID-19. Si basano su una tecnologia che prevede l’utilizzo di un virus simile a quello della malattia (adenovirus), modificato e incapace di replicarsi e quindi di attivare la malattia, che ha il compito di veicolare l’informazione genetica e di indurre una risposta immunitaria cellulare con produzione di anticorpi. E’ importante sottolineare che la vaccinazione introduce solo l’informazione genetica e che l’adenovirus non si diffonde nell’organismo perché non può replicarsi.
A questa categoria appartiene il vaccino Astra Zeneca, messo a punto nei laboratori dell’Università di Oxford con il contributo italiano della Irbm di Pomezia. La tecnologia del vettore virale utilizzata per questo vaccino è già stata testata con successo ed è utilizzata per prevenire altre malattie.
Questo vaccino prevede la somministrazione in due iniezioni, nel muscolo della parte superiore del braccio: tra la prima e la seconda dose devono intercorrere almeno 10 settimane, anche se nuovi dati pubblicati a febbraio 2021 (Lancet)  indicano la possibilità di un intervallo più lungo.
Il vaccino può essere conservato per 6 mesi a temperature comprese tra 2°C e 8°C e il flaconcino multidose può contenere 8 oppure 10 dosi. Non richiede diluizione.

Gli studi hanno dimostrato che due dosi del vaccino possono impedire all’84-85% circa degli adulti dai 18 ai 65 anni di sviluppare la malattia COVID-19, con risultati sostanzialmente omogenei per classi di età, genere ed etnie. Le reazioni avverse sono state tutte di lieve entità e risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. La durata della protezione dalla malattia non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi.

La Commissione Tecnico-Scientifica (CTS) dell’AIFA suggerisce,  in attesa di acquisire ulteriori dati, di utilizzare i vaccini a RNA messaggero per le persone più anziane o ad alto rischio di sviluppare una malattia grave e il vaccino a vettore virale per le persone tra i 18 e i 55 anni, limite che potrebbe essere esteso, nelle prossime settimane, a 65 anni.

 

Fonte: AIFA

 

 
Torna in alto