È possibile prevenire la demenza di Alzheimer e le altre forme di demenza? Se si interviene precocemente su alcuni fattori di rischio modificabili, un terzo dei casi di malattia potrebbe essere ridotto o comunque ritardato nell’esordio
Cosa sono i fattori di rischio e come si può evitare o ritardare l’insorgere della demenza? I fattori di rischio sono condizioni che possono facilitare la comparsa della malattia, anche se non ne sono la causa principale; tra questi ve ne sono alcuni non modificabili (rari e su base genetica), ma altri sono modificabili, perché relativi allo stile di vita. Intervenire sui fattori di rischio modificabili prima dell’età senile quindi in età adulta, ancor meglio nella giovane età, può contribuire a ridurre l’insorgenza della demenza.
Secondo le ultime ricerche pubblicate su The Lancet, i fattori di rischio per la demenza sono 12. Diversi tra i fattori che possono favorire l’insorgere della demenza sono gli stessi che possono portare ad altre patologie, come quelle cardiovascolari e oncologiche. Da qui l’importanza di adottare in generale uno stile di vita sano.
QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO?
Dall’infografica di ADI, Alzheimer’s Disease International:
- Sedentarietà
- Fumo di sigaretta
- Eccessivo consumo di alcool
- Inquinamento atmosferico
- Traumi cranici
- Pochi contatti sociali
- Scarsa istruzione
- Obesità
- Ipertensione
- Diabete
- Depressione
- Ipoacusia
La prevenzione
Quando si parla di prevenzione ci si riferisce a un insieme di azioni che hanno il fine di proteggere lo stato di salute delle persone e promuovere dei comportamenti mirati alla cura di sé per evitare o contenere l’insorgenza di malattie. Vi sono tre tipi di prevenzione che si possono attuare e che si differenziano in base alle finalità che si hanno.
Negli ultimi anni, le ricerche scientifiche si sono concentrate sui fattori di rischio e protettivi a causa dei numeri elevati nella popolazione mondiale di persone con demenza, della tendenza all’invecchiamento della popolazione, degli elevati costi che la malattia comporta a livello sociale ed economico e della consapevolezza che le terapie farmacologiche non portano a guarigione pur contenendo la progressione di malattia.
Prevenzione primaria
Un primo step è sicuramente la Prevenzione Primaria, il cui scopo è occuparsi dei soggetti sani, organizzare azioni per informare sui comportamenti da avere per mantenere le proprie condizioni di benessere ed evitare la comparsa di malattie. Sono interventi che cercano di potenziare i fattori utili alla salute e a correggere i fattori negativi che portano ad un rischio di malattie croniche e degenerative; l’area di intervento è lo stato di benessere fisico, psichico e sociale dei singoli e della collettività.Sulla demenza da Alzheimer e le altre forme di demenza gli interventi di prevenzione primaria agiscono sui fattori di rischio e sullo stile di vita prima della comparsa dei sintomi. Per questo si organizzano campagne informative per promuovere una maggior consapevolezza sul proprio stato di salute e come mantenerla e per stimolare modifiche nei comportamenti dannosi.
Prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria si rivolge a persone che hanno già segni della malattia, ed è mirata a rallentarne il decorso e contenerne i sintomi, attraverso interventi di diagnosi precoce e programmi di screening mirati. Quando una persona ha una diagnosi di demenza, per ottenere la guarigione (per demenze reversibili) o per rallentare il decorso della malattia (per demenze non reversibili) si svolgono: azioni di Prevenzione Secondaria attraverso interventi di diagnosi tempestiva; un immediato intervento terapeutico, farmacologico e non; controlli a cadenza regolare. Tra gli interventi terapeutici non farmacologici figurano le attività che stimolano le abilità presenti al fine di mantenerle il più a lungo possibile e quelle che si prendono cura della persona con demenza, sia da un punto di vista cognitivo, sia psicologico, relazionale e sociale. Ne sono esempio le terapie riabilitative e di mantenimento come la terapia occupazionale, la stimolazione cognitiva, la Reality Orientation Therapy (R.O.T.), la musicoterapia e le terapie psicosociali come i Caffè Alzheimer e i Meeting Center. Nella prevenzione secondaria rientrano anche le attività di informazione e sostegno rivolte ai caregiver dal momento della diagnosi. Infatti, tra i destinatari delle attività di prevenzione secondari si deve considerare anche chi si prende cura della persona con demenza (familiari e caregiver informali).
Prevenzione terziaria
Infine, con il termine Prevenzione Terziaria ci si riferisce a tutte quelle azioni che cercano di contenere il più possibile gli esiti negativi di una patologia. Possono essere interventi che mantengono nel tempo controlli clinico-terapeutici in malattie croniche o irreversibili, oppure interventi volti alla gestione dei deficit attraverso attività di riabilitazione, assistenziali e di supporto psicologico per la persona con demenza, per mantenere elevata la qualità della vita.
Con la collaborazione di
Aima Reggio Emilia
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