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La stagione influenzale

Nella stagione invernale 2023-2024 attesi 5-6milioni di casi

Una ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, conferma la coesistenza e sovrapposizione dell’influenza stagionale con il SARS-CoV-2. Dalla ricerca emerge che sei italiani su 10 sono consapevoli del persistere del virus SARS-CoV-2 e della sua potenziale ricomparsa con nuove varianti, mentre il 50 per cento della popolazione teme che i virus influenzali abbiano acquisito una maggiore virulenza e contagiosità. Vi sarebbero anche differenze di genere: gli uomini guardano alla prossima stagione influenzale con ottimismo, mente il 66 per cento delle donne esprime preoccupazione e ansia per la possibilità che i virus siano particolarmente contagiosi e per l’impatto sulle abitudini quotidiane. Il 31,2 per cento degli uomini e il 35 per cento dei giovani sotto i 24 anni ritiene che il SARS-CoV-2 sia scomparso e non rappresenterà più una preoccupazione durante la prossima stagione influenzale.

“La prossima stagione influenzale potrebbe essere considerata di media intensità, con un numero stimato di casi che potrebbe oscillare tra i 5-6 milioni”, afferma il Professor Fabrizio Pregliasco, virologo. “Oltre ai casi influenzali legati alla variante H1N1, si prevede una decina di milioni di casi di altri virus influenzali cosiddetti ‘cugini’, che possono causare sintomi simili all’influenza.” La loro diffusione, prosegue il Professore, dipenderà da diversi fattori, tra cui “i ceppi virali in circolazione, la loro novità e variazione rispetto agli anni precedenti, così come le condizioni meteorologiche e climatiche. Pertanto, è fondamentale rimanere flessibili nelle strategie di prevenzione, promuovendo la vaccinazione e adottando opportune misure di igiene”.

Il tampone resta lo strumento primario per riconoscere il SARS-CoV-2, che è da considerare ancora una malattia seria che registra dagli 8-10 mila morti a stagione. La vaccinazione” continua il prof Pregliasco “è una tutela non solo per sé stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, quali bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti”.

Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, l’atteggiamento della popolazione italiana nei confronti della gestione delle influenze stagionali ha subìto significativi cambiamenti. Si è osservato, infatti, un aumento sostanziale nella quota di persone che preferisce rivolgersi al medico di base in caso di influenza. Tuttavia, nel 2023, questo trend di crescita sembra essersi arrestato, dando spazio a un parallelo aumento di persone che, invece, si affida alla propria esperienza e al farmacista come figura di riferimento per affrontare l’influenza.

Disturbi e rimedi

In caso di sintomi influenzali, è in aumento (48,7% nel 2023 vs 45,6% nel 2022) la quota di italiani che ritiene che il comportamento più saggio sia restare a riposo, ricorrere ai farmaci di automedicazione che permettono di controllare i sintomi e, solo in caso la situazione non migliori nel giro di qualche giorno, contattare il medico. Sono proprio i farmaci di automedicazione che si confermano una soluzione preferita dal genere femminile. Il 58,6 per cento delle donne, infatti, adotta una strategia che includa riposo, farmaci da banco, e un eventuale contatto con il medico solo in caso di mancato miglioramento, mentre gli uomini tendono a contattare immediatamente il curante.

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